Parità di genere, se non abbiamo fatto progressi allora tutto diventa una grande farsa
PETILLO UGL AUTONOMIE: Si avvicina la fatidica data dell’8 marzo ed è un turbinio di organizzazioni, di libri presentati di statistiche. Non c’è giornale, rivista, o rubrica che non dedichi alla donna un articolo e non c’è articolo che non ci ricordi che l’Italia è tra gli ultimi Paesi d’Europa per la parità di genere.
Una triste realtà? Purtroppo, SI!
E allora qualche domanda ce la dobbiamo fare visto che in Italia abbiamo un apparato normativo robusto che ci tutela al massimo e che non lascia spazio a fraintendimenti circa la difesa e valorizzazione del lavoro femminile.
Succede invece che in molte Amministrazioni Locali, e non solo, si tende a salvaguardare l’apparenza e sottovalutare l’efficacia dell’applicazione delle norme e della contrattualistica limitandosi ad un recepimento sterilmente burocratico che non genera alcuna azione veramente positiva.
Si assiste spesso ad una farsa burocratica con documenti che rimangono il più delle volte il decalogo delle buone intenzioni. Le Pubbliche Amministrazioni, sia statali che territoriali, nel rispetto del “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna” devono predisporre Piani triennali di Azioni Positive tendenti ad assicurare la rimozione degli ostacoli che, di fatto, impediscono la piena realizzazione delle pari opportunità nel lavoro in un contesto organizzativo sicuro, coinvolgente e attento a prevenire situazioni di malessere e disagio. Il Piano delle Azioni Positive è uno dei principali documenti del Piano Integrato di Attività e 0rganizzazione (PIAO).
La norma, dunque, obbliga a procedure solide che impegnano l’organizzazione lavorativa a definire precisi misuratori di risultato.
Ma ci sono questi risultati? Come UGL Autonomie possiamo dire che essi sono stentati, difficili da raggiungere e molto spesso inesistenti.
“L’impegno della nostra organizzazione sindacale è far si che ci sia più concretezza ed effettività nei programmi del PIAO , meno forma e più sostanza sui luoghi di lavoro in termini di valorizzazione del lavoro femminile, di tutela della genitorialità (di uomini e donne) e di pari diritti – dichiara Ornella Petillo, segretario Nazionale UGL Autonomie – Questo percorso può essere praticato solo attraverso una solida preparazione dei rappresentanti sindacali su queste tematiche allo scopo di correggere il tiro su risultati più spesso declamati che realizzati”.
La UGL Autonomie è concentrata a sensibilizzare, preparare e supportare i propri sindacalisti ad un compito di rivendicazione e di difesa sui luoghi di lavoro, e lo fa attraverso il Dipartimento di Pari Diritti che, con un programma di webinar formativi lancia una sfida a tutti gli Enti Locali anche in merito alla certificazione di Parità.
Questo è uno strumento potentissimo, previsto nel PNRR, che porta alle aziende certificate: vantaggi fiscali, aiuti di Stato e punteggi premiali nelle gare di appalto – Conclude Petillo – Tutte caratteristiche controllate dall’apparato amministrativo della PA. E allora la domanda sorge spontanea perché il controllore non deve certificarsi? Sarebbe una bella sfida e anche su questo argomento l’UGL Autonomie lancerà la sua proposta. La certificazione di Parità per le Amministrazioni pubbliche partendo dagli Enti Locali.
Lavoriamo affinché l’8 marzo non sia solo una grande passerella.